Nome mulino | Chan la Salso / Cas Garin | |
Regione | Piemonte | |
Provincia | Torino | |
Comune: | Massello | |
Indirizzo | Arrivando a Massello, sulla sinistra orografica, al primo ponte che attraversa il torrente Germanasca | |
Tipologia | Acqua | |
Attivita | Farina di cereali | |
Proprieta | Sconosciuta | |
Info proprietà | Oltre a macinare cereali, ci sono i resti di una fucina e di un frantoio per noci | |
Stato | Rudere | |
Visitabile | No | |
Ospitalita | No | |
Bibliografia | Per visitare i vari mulini esistenti nel comune di Massello esiste un percorso chiamato "La Ruota e L'acqua". Si forniscono di seguito alcuni dettagli: È intitolato a Guido Baret, appassionato studioso di storia locale, che per primo si è occupato dei mulini della val Germanasca. Il percorso tocca 4 mulini e lungo il percorso si possono visitare anche la Chiesa Cattolica, il Tempio Valdese e i rispettivi separati cimiteri -, alcune meridiane. Sentiero adatto a tutti ( si consiglia uso di scarponcini), domina a mezza costa il vallone e offre un panorama stupendo sulle borgate della valle e sulla cascata del Pis, con tempo di percorrenza di 4 ore e un dislivello di 345 m. E’ nato grazie ad una collaborazione tra il Cai Val Germanasca, la Scuola Media di Perrero ed alcuni Enti locali. | |
Note storiche | Datato inizio ‘700, non ci sono molti documenti, è stato in funzione fino agli anni Venti, ci sono i resti di una fucina e di un frantoio per noci che usavano la stessa «bialiero» ( il canale d’acqua). Nei dintorni si trovava anche una «pesta da canapa». È un antico mulino per cereali con funzionamento «a rouet» ( o detto anche «a palette») : un funzionamento molto semplice essendo dotato di sole 2 macine (una fissa sotto e una rotante sopra ), un asse verticale che fa ruotare la macina superiore, cui era collegato, nel piano interrato, un gruppo di pale in senso orizzontale che con la grande velocita’ dell’acqua proveniente da un ripido canale, facevano girare l’asse e quindi la macina , senza nessun altro congegno. Il mulino «a rouet» è anche detto «di cantarana» per il rumore che producevano durante la macinatura, simile ad un lamento. |