Nome mulino | Mulino Prussia | |
Regione | Friuli-Venezia Giulia | |
Provincia | Pordenone | |
Comune: | Spilimbergo | |
Indirizzo | Via della Repubblica | |
Tipologia | Acqua | |
Attivita | Farina di cereali | |
Proprieta | Pubblico | |
Info proprietà | ||
Stato | Restaurato ma non in produzione | |
Visitabile | Si | |
Ospitalita | No | |
Bibliografia | ||
Note storiche | Il Molino Prussia o Molino di Mezzo, sito a sud di Spilimbergo nei pressi della ex stazione ferroviaria, esisteva certamente già dal 1391, quando era gestito da un certo “Daniel dala Gala” ed era di proprietà dei quattro fratelli della Casa di Sopra di Spilimbergo (Odorico, Giovanni, Pertoldo e Pietropaolo). Probabilmente era costituito originariamente da un unico monovano di modeste dimensioni contenente una o due macine costituito dal solo piano terra. E' stato probabilmente sottoposto a lavori di assestamento e miglioramento nella seconda metà del Cinquecento a seguito dei numerosi eventi sismici che hanno interessato il Friuli dal 1510 al 1544. Il mulino, proprietà dei consorti della Terra di Spilimbergo, viene citato in un instrumento del 1619 (ripreso da un atto notarile del 1593) nel quale si tratta del Molino di Mezzo a tre ruote (più una mola per arrotare), gestito da Lunardo Pagnucco e sito lungo la strada “per andar in Broili”, cioè verso l’attuale località detta Ponte Roitero. Il Molino Prussia è stato poi restaurato integralmente e sopraelevato nella parte nord verso la fine del Settecento a seguito di un rovinoso terremoto. Siamo ormai in età moderna e nelle mappe catastali napoleoniche (1811 circa) figura un molino a due macine di proprietà di Giulio di Spilimbergo figlio di Francesco. Nelle successive mappe austriache (1843), ed infine in quelle del vecchio catasto italiano (circa 1915) l’edificio del molino Prussia si presenta quasi esattamente nell’attuale configurazione planimetrica. Tra i molini esistenti in provincia di Pordenone, il Molino Prussia è uno degli ultimi funzionanti ad acqua, derivata dalla Roggia di Spilimbergo, la cui forza motrice nell'anteguerra azionava due ruote delle quali quella in legno non esiste più da tempo. Restano quindi la macina del mais, quella del frumento ed infine il “pestòn”, piccolo maglio in legno che serviva per battere il baccalà. Altri lavori vengono eseguiti nel 1938 da Dante Gridello, che era subentrato nella gestione del molino alla famiglia dei “Prussia”. Esso dotò l’opificio di un impianto di seconda mano comprato a Milano, formato da due cilindri per mais della ditta Bühler di Uzwil (n° 18920). Questi funzionavano alternativamente, assieme ad una mola, fino a pochissimi anni fa, quando è venuto a mancare Guido, figlio di Dante. Le migliorate condizioni economiche hanno fatto sì che nei primissimi anni Cinquanta la parte sud del molino sia stata completamente ristrutturata con la formazione di un appartamento vero e proprio ad uso della famiglia Gridello. Gli eventi sismici del 1976 hanno comportato infine una nuova serie di lavori di consolidamento e miglioramento. Attualmente il Mulino di Prussia, di proprietà pubblica, è adibito a scopi didattici e museali. |