MULINI A MAREA
I mulini a marea sono azionati dal movimento delle maree, particolarmente imponenti lungo le coste atlantiche. In pratica sono costruiti su una diga o "passonata" che chiude un'insenatura anche modesta formando un bacino con paratie presso il mulino. Si lascia entrare l'acqua portata dall'alta marea, badando a chiudere tutte le paratie quando la marea è massima. Si attende l'arrivo della bassa marea e, aperte le opportune paratie, si sfrutta il salto d'acqua tra il bacino e il mare, azionando così il mulino. Furono proposti ancora prima dell'anno Mille da un geografo arabo. Uno è ricordato a Dover in Inghilterra nell'anno 1086. Lungo le coste della Bretagna nel corso dei secoli ne furono messi in opera circa un centinaio (Madureri 1995). Alcuni furono costruiti anche nel Veneto lungo la costa adriatica, prendendo il nome di "aquimoli" (o aquaemolae): uno è ricordato a Forcona nel 1014, mentre nel 1044 un documento del monastero di San Giorgio della Pigneda ne ricorda altri due (Sebesta 1997).
Lo schema di funzionamento è rappresentato nelle due figure sottostanti che illustrano il flusso dell'acqua nelle fasi di innalzamento e di abbassamento delle maree.
Disegni tratti da "Storia della macinazione dei cereali" - Chiriotti Editori